giovedì 12 luglio 2012

La nevrosi del vicino è sempre più verde


Quando l’Ing e io abitavamo a Precotto, prima di approdare qui a Pleasantville, condividevamo il pianerottolo con il vicino V.
Il vicino V era un personaggio strano. Dormiva di giorno, non si alzava mai prima delle sei di sera e poi restava sveglio praticamente tutta la notte. Viveva da solo, ogni tanto passava a trovarlo la madre e da casa non usciva praticamente mai. La leggenda vuole che fosse caduto in depressione quando, dopo lo scudetto del 1989, l’Inter cominciò la sua lunga stagione perdente, ma si tratta di voci di pianerottolo mai confermate.
Comunque, dicevo... non usciva quasi mai ma ogni tanto era costretto e quindi apriva la porta di casa, scavalcava lo zerbino e chiudeva a chiave. La prima volta che lo sentii uscire fece talmente tanto rumore che corsi a vedere allo spioncino cosa succedeva. Mi si presentò questa scena: un tipo allucinato, bianco come un cadavere, con indosso una tuta di colore improbabile, un vecchio giaccone, una sciarpa di pile colorata e un cappello a cloche da pescatore che chiudeva otto – 8!!! – serrature, benediva la porta blindata con un segno di croce, le lanciava un bacio e scendeva le scale. Un. Vero. Pazzo.
Ovviamente dopo quell'episodio, ogni volta che sentivo scattare la prima delle 8 serrature andavo perfidamente a godermi lo spettacolo.




Un paio d’anni dopo ci siamo trasferiti a Pleasantville e il vicino V non l’abbiamo più visto.
In compenso abbiamo trovato, sullo stesso pianerottolo, la vicina A. Anche la vicina A ha la sua piccola nevrosi: dopo essere uscita di casa, aver chiuso a chiave ed essere arrivata al pianterreno, risale le scale e si ripresenta davanti alla sua porta a controllare di aver chiuso bene. Saggia la maniglia due o tre volte e, se non è convinta del tutto, riapre, guarda che in casa non ci sia nessuno e richiude. Non succede mai che torni indietro e trovi la porta aperta. Ma torna indietro quasi sempre.
Rispetto al vecchio vicino V, la vicina A si presenta meglio. Dorme di notte e sta sveglia di giorno, esce di casa, fa cose e vede gente, si veste in modo normale e coerente con la stagione... insomma, la vicina A sembrerebbe proprio una persona normale. E forse i condomini non stanno dietro gli spioncini a farsi due risate quando esce di casa. O almeno lo spero. Perché il problema vero è che la vicina A... sono io!

4 commenti:

  1. Oddio, la risata l'ho fatta io, vicino alla tastiera, e stavo mangiando! Alla faccia delle letture rilassanti che vorrei concedermi quando faccio merenda.. Mentre leggevo la descrizione "normale" della vicina pensavo "sì vabbe' anche se ha orari e vita normali, non è detto che anche la sua nevrosi non sia grave".
    A me capita quando, mentre esco, son distratta da qualcuno o qualcosa, o sovrapensiero, quest'ultima è normale in me, ma non quando esco di casa, grande evento che richiede un controllo accurato della serratura, autocontrollo, spirito d'osservazione, ottima memoria, insomma non posso permettermi di pensare ad altro in quel momento, ma a volte mi succede ;)

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  2. Esatto, il problema è proprio quello!!!! Se qualcuno mi parla mentre sto chiudendo la porta o se per qualsiasi motivo sono soprappensiero e non sto attenta a quello che faccio... panico! Ed è solo da quando abito dove sto ora che mi è presa sta nevrosi. Nel vecchio appartamento non le facevo ste cose. È anche vero che di là ero al terzo piano senza ascensore e le scale erano pure strette e scomode :-P

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    1. E non avresti potuto competere con un concorrente forte come il vicino V.!!

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