What are you thinking, Amy? The question I've asked most often during our marriage, if not out loud, if not to the person who could answer. I suppose these questions stormcloud over every marriage: What are you thinking? How are you feeling? Who are you? What have we done to each other? What will we do?
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A cosa pensi, Amy? La domanda che ho fatto più spesso durante il nostro matrimonio, magari non ad alta voce, magari non alla persona che avrebbe potuto rispondermi. Suppongo che domande simili incombano come nuvole nere su ogni matrimonio: A cosa pensi? Come ti senti? Chi sei veramente? Che cosa ci siamo fatti? Cosa faremo?
I've been seen this title every now and then while sorting the donations out. And one afternoon, after the movie came out, I sold it twice in about half an hour. Somehow, I didn't really like the title. Gone girl. I don't know why. It bothered me. But I had heard some good reviews about both the film and the novel, and of course before watching the movie I had to read the book first. And now that I've finished my reading, I know why that title (genious!) and I'm definitely excited about the movie, I can't really wait. But let's get back to the book.
Amy is a rich New Yorker girl who invents psychological quizzes for women and teens magazine for a living. Her parents - both psychologists and both quite unbearably good, righteous people - built their fortune with children and pre-teen books inspired by their only-child, depicting a perfect, flawless, blameless and rather boring Amy's alter ego.
During a New Year's Eve party Amy meets Nick, handsome Missouri boy and lifestyle journalist who's been living in NYC ever since he graduated. They madly fall in love, they get marry, they live their beautiful, perfect New York life until... they screw up. They both lose their job, they are pretty much broke and then Nick's mum is terminal with cancer and Nick's dad has Alzheimer, and Margo, Nick's twin, can't deal with them alone, and before they know, they're cast-away in the deep, sleepy mid-west American province, shuffling their feet on the wreckage of their marriage.
And then, on the day of their fifth anniversary Amy, puff... disappears. Just like that. And Nick, well, Nick he doesn't seem that much concerned, and he starts lying and omitting thing. To the police, to his sister, to Amy's parents and to you, the Reader. And you, the Reader, start being a little pissed about this attitude. Come on, mate, we're between us, stop fucking with me and spit out the truth.
On the other hand, you, the Reader, can access Amy's diary, and Nick's portrait is not that flattering.
And that's how Gillian Flynn manages to blow your mind up. One chapter's Nick's point of view, the following is Amy's, and they contradict each other all the time. I've spent the first half of the book going back and read Amy's or Nick's words about something, to check whether the other one was telling the same story. And in the meantime I was making hypothesis about who could have kidnapped (or maybe killed Amy) or ruminate on relationships and bad couples. Amy and Nick, wouldn't it had been better if you hadn't married in the first place?
Only, at some point I no longer cared about the mystery, I had to see how Gillian Flynn would end her intricate, mind-blowing plot, afraid of a lawful, politically correct conclusion. There wasn't. The epilogue is likewise mind-blowing and extreme. And you'll never ask the what-are-you-thinking question to your better half with the same carelessness.
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Era un titolo che continuava a passarmi davanti agli occhi in negozio, spulciando tra le donazioni. E un pomeriggio, qualche tempo dopo l'uscita del film, ne ho vendute due copie nel giro di mezzora. Fatto sta che, vai a sapere perché, il titolo Gone girl (in italiano è uscito come L'amore bugiardo, edito da Rizzoli) mi stava un po' sul culo. Però avevo sentito, e letto, recensioni molto positive tanto sul romanzo quanto sul film, e naturalmente la precedenza andava data al libro. E ora che l'ho finito, ho capito quanto geniale sia in realtà il titolo inglese e non vedo l'ora di vedere il film. Ma torniamo al libro.
Amy è una ricca newyorchese che per lavoro si inventa test psicologici per i femminili o per i corrispettivi americani di Cioè (se non sapete cos'è Cioè... va be', lo trovate qui). I suoi genitori - entrambi psicologi ed entrambi piuttosto insopportabilmente bravi e virtuosi - hanno fatto una fortuna con libri per bambini e pre-adolescenti ispirati alla loro unica figlia, nei quali ritraggono una Amy letteraria perfetta, irreprensibile, senza difetti e decisamente noiosa.
Succede che a un veglione di capodanno, Amy incontra Nick, belloccio giornalista di lifestyle approdato a Manhattan dal Missouri appena dopo la laurea. Naturalmente, si innamorano follemente, si sposano e vivono la loro fantastica, perfetta vita newyorchese finché... tutto va un po' a puttane. Perdono entrambi il lavoro, si ritrovano più o meno al verde, alla madre di Nick viene diagnosticato un cancro terminale, il padre ha l'Alzheimer, Margo, la gemella di Nick, non ce la può fare a mandare avanti la disastrata baracca da sola, e prima di rendersene conto i due si ritrovano naufragati nel bel mezzo della profonda, sonnolenta provincia americana, trascinandosi sul relitto del loro matrimonio.
E poi, il giorno del loro quinto anniversario, succede che Amy, puff... scompare. Così. E Nick, ecco, Nick non è che sembri molto preoccupato o disperato, imbarcandosi in una sarabanda di invenzioni, piccole bugie e menzogne, reticenze quando va bene. Insomma, comincia a cacciar balle un po' a tutti. Alla sorella, alla polizia, ai genitori di Amy e, soprattutto, a te Lettore. E a te, Lettore, cominciano anche un po' a girare. Che è questo atteggiamento, Nick? Andiamo, amico, siamo tra di noi, smettila di prenderci per il sedere e raccontala giusta.
Anche perché, tu, Lettore, hai accesso al diario di Amy e non è che Nick ne esca fuori proprio benissimo.
Ed ecco come Gillian Flynn riesce a tirarti scemo. Un capitolo racconta la storia dal punto di vista di Nick, il seguente è Amy a parlare, e si contraddicono in continuazione. Ho passato la prima metà del libro a rileggere pagine per verificare la versione di Amy o Nick su un determinato episodio, controllare che la raccontassero nello stesso modo. E nel mentre cercavo di fare ipotesi su cosa potesse essere successo a Amy, chi potesse averla rapita (o uccisa?) o rimuginavo su come certe persone no, per carità, è meglio che non stiano insieme. Amy e Nick, non era meglio se lasciavate stare?
Solo, a un certo punto, risolvere il mistero non mi interessava più tanto. Volevo vedere invece dove cavolo andava a parare Gillian Flynn con quella sua trama complicata e allucinante. Onestamente, temevo una classica conclusione all'americana, politicamente corretta e con il trionfo della legge e dell'apparato di polizia. Fortunatamente non ho trovato nulla di tutto ciò, anzi, l'epilogo è in qualche modo altrettanto estremo e allucinante. E certamente non chiederete alla vostra metà cosa sta pensando con la stessa leggerezza.
Io ho visto il film, e solo dopo ho scoperto che esisteva il romanzo.. peccato, perché anche io preferisco sempre partire dal libro! Il titolo in tedesco lascia Gone Girl e aggiunge La vittima perfetta e anche se sembra una mezza rivelazione (vittima + girl) in realtà gioca sul fatto che in tedesco, come in italiano, "la vittima" può riferirsi sia a un uomo che a una donna, e all'inizio io pensavo che la vittima fosse il marito, forse perché mi sembrava un matrimonio che gli stava stretto.. e perché sapevo già cos'era successo (una collega mi ha raccontato tutto il film, piena di entusiasmo per gli infiiti risvolti) ;))
RispondiEliminaInsomma appena ho scoperto che c'è dietro un libro mi è venuta la curiosità di leggerlo, perché è un genere che mi piace e perché nel film c'era quel non so che di esagerato, non so se per le immagini crude o se perché è esagerata la storia, punto e basta.
Cavolo, peccato sapere già come va a finire... Anche se in realtà come stanno le cose davvero lo si scopre a metà romanzo, e poi il resto è l'evoluzione della situazione. Comunque, confermo. La storia è estrema, il personaggio di Amy è estremo e ci sono descrizioni abbastanza crude, non so se nel film le abbiano magari esagerate, ma certamente il libro non è edulcorato. Però è scritto davvero bene.
EliminaMa il film, al di là di tutto ti è piaciuto? Ho sentito commenti molto positivi e sono particolarmente curiosa.
Beh, se è scritto bene allora lo metto in lista.
EliminaSì, mi è piaciuto, insomma ricambio il consiglio consigliandoti il film.
Decisamente sì. A un certo punto bisogna andare avanti a leggerlo solo per placare l'ansia di quello che sta per succedere!
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