Ciao Raffaella,
ti ricordi di me? Sono l’amica di S, frequentavamo la stessa
biblioteca e abbiamo condiviso tavoli di studio, caffè al bar e alla
macchinetta, una volta anche una pizzata prenatalizia. Rammenti? Sono quella
che, quando S ti disse “Ma non trovi che l’Ale assomigli un po’ a Joey?”, tu le
rispondesti “Ma chi? Joey di Friends?”, scandalizzata e un po’ incredula che
potesse trovare una somiglianza con un uomo (e invece S intendeva la Joey di Dawson’s
Creek). Quanto ne abbiamo riso, di quella tua uscita. In quel momento e anche
anni dopo.
E come ci divertivamo quando arrivavi in biblioteca in bicicletta,
dopo aver passato la mattina a dare ripetizioni alla figlia della
bibliotecaria, e ci raccontavi di questa ragazzina imbranata e apparentemente
senza speranza.
Non abbiamo mai fatto davvero amicizia, né ci siamo mai
frequentate al di fuori della comune amicizia con S. Ma c’è sempre stata cordialità. E quando un
po’ di mesi fa ci siamo incontrate in quel locale, ci siamo fermate a
chiacchierare. Con simpatia. E tu eri sorridente come sempre.
Sai, Raffaella, che hai giocato proprio un brutto scherzo? Hai
lasciato tutti senza fiato. Adesso la tua bacheca di Facebook è piena di
messaggi delle persone che ti conoscevano e che ti volevano bene. E tu sei lì,
che sorridi sorniona dalla foto del tuo profilo e da tutte le altre. E non
sembra vero quello che ci è stato raccontato. L’incidente, il palo, il coma, in
una giornata di quasi estate in questa primavera strana che non vuole
decollare.
Il pirata che ti ha investito non sappiamo se l’hanno preso.
Lo sai, i giornali sono così. Addentano la notizia di cronaca, la spolpano e
poi la lasciano andare. Ma del resto cosa cambia. Che lo prendano o no, da quel
posto in cui sei andata non tornerai comunque indietro. Spero che sia un bel
posto.
Alessandra
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