«Appoggiato allo stipite della porta c'è un tizio tutto infangato che lo sta guardando. Ha la cravatta avvitata che sembra un cappio, la giacca strappata e i pantaloni chiazzati di una strana creta marrone puzzolente. Afflosciati.
Lo sguardo attonito di Pariello scivola giù. L'uomo davanti a lui indossa una scarpa nera di bel taglio mentre l'altro piede è avvolto da una calza informe. Rialza gli occhi incredulo. Il tizio ha i capelli sparati per aria. Con la mano color d'argilla, irrigidita dal fango rappreso, cerca di ricomporseli.
"Buonasera", dice, "sono Bartolomeo Colleoni, il nuovo comandante... Che c'è, non le piace la mia cravatta?"»
I'm sorry, guys. This week entry will only be in Italian since the novel hasn't been translated yet. For those who can read Italian, please carry on with your reading.
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Questa è una recensione un po' speciale. Perché l'autore,
Franco Faggiani, lo conosco di persona avendoci condiviso per anni ufficio,
sale riunioni, viaggi di ritorno da Vinitaly, cene aziendali e articoli da
scrivere.
Quando l'ho incontrato la prima volta, era gennaio 2006, si
stava preparando a partire come volontario per le Olimpiadi invernali di Torino
e negli anni l'ho sentito progettare weekend di sci d'inverno e di arrampicata
d'estate, maratone - mezze, normali e ultra - e forse dimentico qualcosa. Il
suo ruolo da "inviato" per la gloriosa rivista vinicola per cui
entrambi scrivevamo (lui decisamente meglio di me) lo portava spesso in giro
per l'Italia, da questo o quel produttore, viaggi dai quali tornava con
fotografie di vigneti e bottaie, un sacco di appunti e aneddoti
meravigliosamente divertenti.
Insomma, va da sé che quando ho saputo della nascita del
Comandante Colleoni ho deciso che avrei dovuto averlo e leggerlo. Detto e, miei
tempi di reazione + distanza geografica dall'Italia permettendo, fatto.
Il bello del romanzo, per me personalmente, è stato soprattutto
ritrovare gli echi di quella vita di redazione che è stata, tra citazioni di
vini conosciuti, frasi che rieccheggiano vecchi articoli del buon Faggiani, e
questo personaggio di forestale sui generis, ironico e autoironico, sportivissimo,
con un aplomb quasi inglese anche nelle situazioni più assurde, che ricorda
molto l'autore stesso.
Il bello del romanzo, in generale, è... diverse cose. Prima
fra tutte la trama poliziesca ben costruita che ti cattura e ti fa voler
arrivare alla fine. Poi lo stile, lieve, leggero, divertente. Ma dall'autore
non mi sarei aspettata nulla di diverso. E ancora, le descrizioni dei luoghi,
questo Trentino magico e innevato, dove si mangia bene e si beve pure meglio (e
a leggere di vini e piatti, stando da queste parti, sale anche un po' di sana
nostalgia di casa, che non è esattamente il Trentino, ok, ma è vicino),
personaggi tratteggiati come i protagonisti degli aneddoti che Franco ci
regalava in redazione e, naturalmente, il Colleoni, ex funzionario ministeriale
che dopo anni passati in giro per il mondo decide di fermarsi a vivere sulle
Dolomiti come comandante della Guardia Forestale. In poco più di 200 pagine lo
vediamo: calarsi da un elicottero all'interno di un secchio, farsi scorrazzare
in giro in Multipla, quella degli anni Sessanta, da un tassista con troppi figli e sui
generis pure lui, presentarsi in ufficio coperto di fango da capo a
piedi e senza una scarpa, condividere ricordi con un nativo americano fluente
nel dialetto trentino... insomma, il Colleoni potrebbe essere il promettente
protagonista di future e nuove avventure. Almeno si spera.
Per la foto del libro mi scuso con l'autore. Perché per lui,
e per il Colleoni, un libro è uno dei quattro ingredienti della felicità,
insieme a un po' di solitudine, una finestra spalancata sulle montagne e un
bicchiere di vino. E la foto testimonia ahimè inequivocabilmente che invece io
il libro lo stavo leggendo accompagnata da un Chai Tea Latte all'interno di un'affollata caffetteria affacciata su un altrettanto affollato centro commerciale nel Berkshire. Dove al massimo c'è qualche collina. Altro che Dolomiti.
Ma tant'è, si fa quel che si può. E il Colleoni la sua parte l'ha fatta. Ed è stato di ottima compagnia.
Ma tant'è, si fa quel che si può. E il Colleoni la sua parte l'ha fatta. Ed è stato di ottima compagnia.
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Il Comandante Colleoni. Tracce sotto la neve, di Franco
Faggiani, è pubblicato dalla casa editrice Idea Montagna e si trova anche su
Amazon.
Bene, la trama poliziesca che funziona è fondamentale, come lo stile. Io me lo segno, perché abbiamo tanti autori italiani da scoprire, e io voglio essere una di quelle che dopo averli scoperti (in questo caso grazie a te) se li gode. E se la trama e lo stile non funzionano, non me li godo ;)
RispondiEliminaPs. letti La ragazza di Bube e Il sentiero dei nidi di ragno, bellissimi, grazie!
Bene, sono contenta che il Sentiero ti sia piaciuto (io adoro Calvino), e spero ti piacerà anche il Colleoni. Secondo me è proprio una lettura piacevole. Fammi sapere :-)
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