N is 88 and
used to be a physical education teacher. She's from Berkshire, she went through
World War II and lived most of her life in Africa .
She has two children, a few grandchildren, an older sister and she lives
downstairs.
*
N ha 88 anni e faceva l'insegnante di educazione fisica. Originaria
del Berkshire, è passata attraverso una guerra mondiale e ha vissuto gran parte
della sua vita in Africa. Ha due figlie, vari nipoti, una sorella più anziana e
vive al piano di sotto.
When we
first moved in this apartment, she left us a greeting card and some chocolates as a
welcome to the neighbourhood. She let the Engineer in one rainy and chilly afternoon
when he couldn't get into our house, and offered him a glass of wine and a
cosy, warm place to wait for me to be back. We brought her sweets and
chocolates from Italy and
yesterday she invited us for a tea and to watch with her the Vienna concert she recorded on New Year's
Day. And for a lot of chat.
We love
talking with her as she's one of the most open-minded people I've ever met and she
immediately welcomed us, despite us being foreigners, strangers, unknown
people. In someway, she adopted us as her grand-children as we consider her as
our English granny.
What does
this have to do with the Charlie Hebdo attack? Nothing, perhaps. I only wanted to
share my tiny little story of integration in a moment where we're all turning
against each other's religions, identities, nationalities, as for most people
and politicians the only answer against terrorism seems to be to lock the
borders and banish strangers from our countries.
I'm not an
expert, I really don't know what the answer is. But I like to believe that
tolerance, integration and maybe the ability to laugh at ourselves will
eventually do the magic.
*
Appena trasferiti in questo appartamento, N ci lasciò un
bigliettino di benvenuto e dei cioccolatini. Successivamente, un freddo e
piovoso pomeriggio di fine novembre, venne in soccorso dell'Ingegnere che non
riusciva a entrare in casa, facendolo accomodare nel suo salotto, al caldo, e
offrendogli pure un bicchiere di vino in attesa del mio rientro.
Noi le abbiamo portato in varie occasioni dolci e
cioccolatini dall'Italia e ieri lei ci ha invitato per il tè e per guardare il
concerto di Vienna che aveva registrato a capodanno. E per chiacchierare.
Ci piace parlare con lei perché raramente ho visto persone
di quell'età (e in generale) con la mente così aperta. E la sensazione, ormai,
è che in qualche modo ci abbia "adottato" come suoi nipoti, così come
noi, in fondo, la consideriamo un po' la nostra nonna inglese.
Che c'entra tutto questo con l'attacco a Charlie Hebdo? Tutto
sommato niente. Ci tenevo però a condividere questa mia piccola,
insignificante storia di integrazione in un momento in cui tutti ci rivoltiamo
l'uno contro l'altro per motivi di religione, nazionalità, razza o identità, in
un momento in cui la risposta di molti, politici e non, contro il terrorismo sembra
essere chiudere le frontiere e scacciare gli stranieri.
Io non sono certo un'esperta e risposte non ne ho. Ma mi
piace pensare che tolleranza, integrazione e la capacità, finalmente, di ridere
di noi stessi alla lunga faranno la magia.
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