I know I wrote the blog was on a temporary break, and it will be soon, but I received an invite to enter this blog competition organised by Accor Hotels I couldn't say no, as this is just the kind of things I love: writing about places I like.
If you've been reading my blog for a while you already know how much I love my home town. And since 2015 is definitely Milan's year because of Expo, what better excuse for writing about three things I love about my city?
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Lo so che ho scritto che il blog si prendeva una pausa temporanea, e in realtà lo sarà presto, ma l'occasione era golosa. In pratica, mi hanno invitato a partecipare a questa blog competition organizzata da Accor Hotels e, davvero, non è che potevo dire di no a una nuova scusa per scrivere dei luoghi che più amo.
Se seguite il blog da un po' sapete bene quanto amo la mia città d'origine. E visto che il 2015 è decisamente l'anno di Milano per via di Expo, quale migliore occasione per parlarvi di tre cose che amo della mia città?
I think the Cathedral Church Terraces is my favourite spot in the whole city. I've always loved climbing up on monuments and I love watching Milan from a high position. When I was a kid and went to the Terraces, I used to look around and locate where my house was. I couldn't really see it, but I knew exactly where it was. It was exciting, being there, at the top of so important a monument, and in some way being at home. For me the Terraces are a kind of Proust's madeleine, reminding past, happy moments.
It's not only that, though. You can have a look on Milan's rooftops from many other places, sometimes even more elevate, and it's still beautiful, but it's not the same as being surrounded by hundreds of white marble statues and sculptures, sitting at the sun in the main terrace. It's like time is suspended, and everything becomes quiet, despite the rush and thrills of the city below. And if it's one of those rare sunny, limpid days, you can also see snow-capped mountains emerging behind the buildings. Pure magic!
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Ecco, credo che le Terrazze del Duomo siano il mio posto preferito in tutta la città. Da sempre adoro tutti i monumenti che hanno scale per portarti in alto e la vista di Milano dall'alto, be', è spettacolare. Ricordo che quando mi ci portavano da bambina, mi piaceva guardare intorno e cercare di individuare dov'era casa mia. Non che potessi davvero vederla, ma ero in grado di localizzarla con una certa precisione. Edera elettrizzante trovarsi sulla cima di un monumento così importante e, in qualche modo, essere a casa. Alla fine, per me le Terrazze sono un po' come la madeleine di Proust, un memento di istanti felici.
Ma non sono solo questo. La vista di Milano dall'alto la si può godere in molti luoghi, alcuni persino più elevati, ed è sempre bellissima, ma no, non è la stessa cosa. In nessun altro luogo si è circondati da centinaia di statue e sculture in marmo bianco mentre si sta seduti al sole al centro della Terrazza centrale. Stare lì è come trovarsi sospesi nel tempo e tutto sembra più quieto e silenzioso, nonostante la città ruggisca appena sotto. E poi, se è una di quelle giornate fortunate in cui il cielo è terso e l'aria limpida, ecco spuntare le cime innevate delle montagne in lontananza, dietro i mille tetti. Magia pura!
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I've always thought that you can't truthfully enjoy a city if you haven't worn at least a pair of shoes by walking through its streets. As paradoxical as it might seem, during the last few years spent in Milan, I didn't do that so often and the way I'd have liked to. Of course, staying 9 hours a day in the office was no help. Now that I live in England, I can say I am a privileged person, as when I go back to Milan I'm on holiday, I have no chores, I can be a tourist... without being a tourist! I can skip the most crowded landmarks for the less famous ones and every time discover that detail I've never noticed before, enter for the first time in a magnificent court or take that picture I've never taken.
I could walk for miles in Milan city centre and change my itinerary each time, discovering that perpetually changing mix of ancient and contemporary. There's always something new to discover. And there's always a church, a museum or a gallery to visit if you get unlucky and it starts raining!
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Ho sempre pensato che per godersi davvero una città si debba consumare almeno un paio di scarpe esplorandola a piedi. Paradossalmente, negli ultimi anni passati a Milano, appena prima di trasferirmi, non l'ho fatto così spesso e soprattutto non come invece avrei voluto. Certo, passare 9 ore al giorno in redazione non era esattamente di aiuto. E ora che vivo in Inghilterra mi riscopro privilegiata perché quando torno a Milano sono in ferie, non ho commissioni o seccature, posso fare la turista... senza essere turista! Posso evitare le aree più affollate e passeggiare nelle zone meno conosciute, notare quei piccoli dettagli che non avevo mai visto prima, entrare per la prima volta in quella corte nascosta o scattare quella foto che non avevo mai scattato.
Potrei macinare chilometri per le strade e i vicoli del centro e cambiare itinerario ogni volta, assaporando quel mix di antico e contemporaneo in perpetuo mutamento. C'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire. E se siete sfortunati e inizia a piovere, c'è sempre una chiesa antica, un museo o una galleria d'arte in cui rifugiarsi e continuare a stupirsi.
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Since I moved in England in 2013, I've been missing having an "aperitivo" with friends at the end of a working day and going to the pub drinking loads of beers - or worse, going to a cafeteria and drink what they dare call coffee - it's definitely not the same thing. The "aperitivo" ritual was born in Milan during the Seventies at the Bar Zucca in Galleria Vittorio Emanuele and it basically consists in going to a bar and have a drink with some appetizers like olives, peanuts, crisps and tiny canapés of toasted bread with cold cuts. Drinks can be either alcoholic or non-alcoholic but they have to be dry and help making you hungry. Because, in the end, the purpose of the "aperitivo" is to stimulate your appetite.
You can have "aperitivo" both before lunch and before dinner - I remember me as a kid accompanying my dad in Saturday mornings and having a coke in one of those little glass bottles with a straw, picking some peanuts from the bar counter - but when you ask a friend to meet for an "aperitivo" it's implicit you're talking about 18.30/19, right after work, when counters are not only filled with crisps and olives but display pastas, risottos, pizzas, focaccia and vegetables giving the start to the "happy hour" time. Nothing to do with British happy hour, you don't get a second drink for free, but you get food. Quite convenient if you're not willing to cook once you get home, cheaper than going to a restaurant, and definitely more informal, no time schedule, you can arrive later or leave earlier than the others, you can join at the last minute and finally have a chat with those friends you never have time to see.
Yeah, definitely I miss that.
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Da quando mi sono trasferita in Inghilterra nel 2013 sento una terribile mancanza dell'aperitivo con gli amici a fine giornata lavorativa e, no, andare al pub a bere litri di birra - o peggio, andare da in una caffetteria a bersi quella zozzeria che qui hanno il coraggio di chiamare caffè - non è per niente la stessa cosa. Cioè, io con l'aperitivo, in particolare con l'happy hour, ci ho costruito amicizie. Stiamo parlando del perno della vita sociale di ogni milanese che si rispetti. Vuoi incontrare l'amica che non vedi da tempo e non riuscite a trovare un weekend in cui siete libere entrambe? Aperitivo. Ti ha mollato il fidanzato e devi piangere sulla spalla di qualcuno? Aperitivo. Devi sondare il terreno con il futuro padre dei tuoi figli ma pensi che una cena fuori sia ancora troppo impegnativa? Aperitivo.
Cioè, l'aperitivo è la risposta a tutto, è flessibile, informale, nessuno si offende se arrivate più tardi o andate via prima degli altri (a meno che non sia aperitivo di corteggiamento, nel qual caso, ecco, anche no).
Che poi a me in realtà piace anche l'aperitivo più tradizionale, quello dove ti mettevano davanti due noccioline, tre olive, qualche patatina e, nei casi più fortunati, delle tartine di pane e salame. Che mi ricorda tanto quando da piccola, se capitava fossi in giro con mio papà il sabato mattina, ci si fermasse in qualche bar e io mi facevo il mio aperitivo con bottiglietta di CocaCola (rigorosamente la 25cl in vetro!), cannuccia e arachidi spizzicate dal bancone.
Ah, come mi manca l'aperitivo!
I've never been to Milan before but I would love to go and have a wander x
RispondiEliminaIf you do, go in May, that's the better season! :-)
EliminaIo sono stata a Milano poche volte (tre o quattro), ma buone: riconosco la "mia Milano" nel tuo punto due. All'inizio, per tanti anni, Milano è stata solo stazione e aereoporti, ma grazie ad un'amica che conosce angoli, musei, nomi storici, e che la paragona a Berlino per i suoi cambiamenti, l'ho visitata come si conviene e ho pure scoperto che la stazione non è quella scala mobile e quella banchina grigia e quella marea di gente, ma un edificio bellissimo!
RispondiEliminaAh, per una Milanese che spesso si è sentita dire come Milano sia brutta, grigia e fredda, e che "ci ha solo la nebbia", questo tuo commento è musica :-)
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