lunedì 4 agosto 2014

Homeless?



On the 2nd of July, 2008 both MyFairEngineer and I left work early. We met somewhere I don't remember and we headed to a notary's office in Milan city centre, where other people were waiting for us to sign the deed to our house in Pleasantville.
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Il 2 luglio 2005 sia io che l'Ingegnere uscimmo prima dal lavoro, ci incontrammo in qualche stazione del metrò che ora non ricordo e insieme andammo in uno studio notarile in centro, dove altre persone ci aspettavano sedute attorno a un tavolo, per firmare il rogito con cui acquistavamo la nostra casa di Pleasantville.

Then, we left the stylish meeting room, went back to Pleasantville, get the keys and finally enter our house. Nobody had ever lived there before. They had just finish building it and it still smelled the chalk and dust. Then it smelled wet paint and detergent, baked and pan fried food, flowers and books. It smelled new, and wood, and plastic each time we brought a new piece of furniture. And the scent of basil and mint spread all around in the summer, when I had my herbs growing in the balcony.
We added a couch, we bought a new table, we chose curtains and quilts and pictures to hang on walls. We invited family and friends to come over for lunch or dinner. We set up a Christmas tree every year.

On the 25th of July, 2014 both MyFairEngineer and I left work early. We met at the railway station, we took a train, then a plane, then a car. We arrived in Pleasantville, we cleared out all our stuff from the house and, on the 28th we woke up, have breakfast and, once again, headed to another notary's office where other people were waiting for us to sign the deed and leave the keys.
We sold our beloved house in Pleasantville. From now on it will be filled with other smells and other people chattering. And it's quite hard to believe it. How could it possibly be someone else's? We are homeless, in Italy at least. Or are we? Because if home is anywhere there's someone you love, then home can be everywhere.
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Poi, abbandonata l'elegante sala riunioni, andammo subito a Pleasantville a farci dare le chiavi e finalmente entrare a casa nostra. Casa nostra e solo nostra. Nessuno ci aveva mai abitato prima, avevano appena finito di costruirla e ancora odorava di gesso e polvere del cantiere. E poi con il tempo si è riempita di odori diversi. Di vernice fresca e detersivi. Di soffritto e pasta al forno. Di ragù e cibo. Di fiori e di libri. Si riempiva del profumo della menta e del basilico che ogni estate crescevano sul balcone.
E si è riempita di un sacco di altre cose. Prima il divano, poi il tavolo nuovo, l'armadio, le tende e le coperte scelte con cura, i quadri da appendere alle pareti. E poi la famiglia e gli amici invitati per pranzo o per cena. E l'albero di Natale, ogni anno a dicembre.


Il 25 luglio 2014, sia io che l'Ingegnere siamo usciti prima dal lavoro. Ci siamo incontrati in stazione, abbiamo preso un treno, poi un aereo, poi una macchina. Siamo arrivati a Pleasantville, abbiamo svuotato la casa di tutte le nostre cose e il 28 luglio ci siamo alzati, abbiamo fatto colazione e siamo andati in un altro studio notarile, dove altre persone ci aspettavano attorno a un tavolo per firmare il rogito e consegnare le chiavi. Abbiamo venduto la nostra adorata casetta. Da adesso in poi si riempirà di nuovi odori e di nuove chiacchiere di persone sconosciute. Quasi impossibile da credere. Come può quella casa essere di qualcun altro? Eppure... E così adesso siamo senza tetto, almeno in Italia. Ma davvero lo siamo? Perché se è vero che casa è dovunque ci sia qualcuno che ami, allora casa, be', può essere ovunque. No?

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