Snapshots from a sailing week: getting seasick after barely two hours of navigation, nearly shredding the jib sail while tacking, destroying my flip flops, having showers en plein air standing on the back of the boat, trying to “save” a lifebuoy flown overboard and drifting away and nearly drown in the attempt, counting the stars at night, playing cards and riddles and singing and giggling with the rest of the crew, having spritz and crisps before dinner, sunbathing on the deckhouse, swimming among dozens of fishes and, of course, enjoying beautiful bays and landscapes along Gozo and Comino coasts.
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Istantanee di una settimana su una barca a vela: sporgersi oltre le draglie in preda al mal di mare dopo appena due ore di navigazione, rischiare di strappare il fiocco durante una virata, distruggere un paio di ciabattine infradito, far la doccia all’aperto, sulla predellina di poppa, cercare di “salvare” una ciambella salvagente finita a mare e alla deriva e quasi annegare nell’impresa, contare le stelle di notte, giocare a carte e agli indovinelli e improvvisare cori e ridacchiare con il resto dell’equipaggio, fare aperitivi a base di spritz e patatine, prendere il sole sulla tuga, nuotare in mezzo a decine di pesciolini e, naturalmente, riempirsi gli occhi dei meravigliosi panorami di Gozo e Comino.
Dwejra Bay and Fungus Rock, Gozo
The navigation from Popeye Village’s Bay to Dwejra wasn’t that easy. Windy day and a slightly rough sea. I was appointed as a temporary helm by the skipper and had my hard time trying to keep my way along the high rocky cliffs outlining Gozo’s coast. Then, we turned around and… peace. No more rough wind, nor rollers. Instead a nearly flat sea, in this bay surrounded by high cliffs and close by the Fungus Rock, an islet named after the fungus melitensis, a parasitic, smelly flowering plant the Knights Hospitaller used as a cure for dysentery.
Dwejra is where the green lifebuoy we carried as a token decided to fly overboard, drifting away from the boat so quickly that the time I dived to fetch it, it was already halfway to the other side of the bay. At some point I thought I would never get it, nor be able to go back to the boat. Bottom line: when I finally get back on board, with the lifebuoy safe and sound with me, I was so tired I didn’t swim to explore the little grottos and creeks close by and had a Cisk instead. And I fully deserved it!
Of course, if you’re not busy saving lifebuoys from casting away, Dwejra Bay is a perfect spot for snorkelling.
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Dwejra Bay e Fungus Rock, Gozo
La navigazione dal Popeye Village fino a Dwejra non è stata facile. Giorno di vento sostenuto e mare ruvido, con onde lunghe. Messa temporaneamente al timone dallo skipper ho avuto il mio bel daffare a cercare di mantenere la rotta lungo le alte scogliere che disegnano la costa di Gozo. Poi, appena girato uno scoglio... pace. Basta vento forte ma solo brezza gentile, basta onde lunghe ma mare quasi piatto in questa baia circondata da alte scogliere e chiusa dal Fungus Rock, un isolotto così battezzato per via del fungus melitensis una strana pianta parassitaria che i Cavalieri di Malta usavano come cura per la dissenteria.
Dwejra Bay è dove la ciambella verde che portavamo simbolicamente con noi ha deciso di farsi un tuffo e farsi trasportare dalla corrente, così repentinamente che il tempo di tuffarmi per riacchiapparla ed era già a metà strada verso l’altro lato della baia. A un certo punto ho pensato che non sarei mai riuscita a recuperarla, nè a tornare alla barca. Morale: quando finalmente sono tornata a bordo, con la ciambella sana e salva con me, ero talmente esausta che anziché andare a esplorare le grotte e i fondali li vicino, mi sono seduta nel pozzetto a bere Cisk. Meritatamente!
Naturalmente, se non siete occupati a salvare salvagenti naufraganti, Dwejra Bay è perfetta per fare snorkeling!
Dwejra, Gozo
“How is a boat supposed to get here?” I asked T, the skipper’s girlfriend who walked MyFairEngineer and me to Dwejra village from the bay. The skipper and the rest of the crew would get to the village on a tender, our boat safely anchored behind the Fungus Rock. But how would they get there? In front of me, the harbour didn’t seem to have any access, a tiny salty lake surrounded by land and rocks. “They’ll be arriving from there” answered T, pointing to an apparently closed grotto in the rocky wall in front of us. And there they were, popping out from the grotto which is actually a narrow creek linking Dwejra harbour to the open sea. Later, when it was our turn to sail back to the boat, I could appreciate the thrills of it. Surrounded by rocks, the sea rolling under your feet because of the backwash, only one little boat at a time can pass between the grotto walls, and bigger luzzus barely fit in.
“Little” is not a good way of describing Dwejra, as “tiny” sums up better the few of boathouses, the local bar and the couple of old, scraped houses facing it and the solitary, 17th century warning tower at the top of the promontory. Despite its size, the fishing village is well known because of one of the most spectacular spot I’ve ever seen by the seaside: the Blue Hole and the Azure Window. The first is a circular, inland sea pool of clear blue waters, one of the most popular dive sites in Malta, leading to a large submarine crevice and through the open sea. If you’re not a diver, you can still snorkel in the pool and enjoy the rich sea life.
Dominating the Blue Hole, the Azure Window is a limestone natural arch created after two sea caves collapsed, leaving this spectacular open window to the sea and the sky. Unfortunately, erosion is still at work and the arch, which has been featured in movies and TV series, is slowly disintegrating.
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Dwejra, Gozo
“Ma come cavolo fa una barca ad arrivare qui?” ho chiesto a T, la ragazza dello skipper che aveva accompagnato me e l’ingegnere dalla baia al villaggio di Dwejra a piedi, mentre lo skipper e il resto dell’equipaggio sarebbero arrivati via mare a bordo del tender, lasciando la barca saldamente ancorata dietro Fungus Rock. Ma come avrebbero fatto ad arrivare lì? Davanti a me, il porto non mostrava nessun punto d’accesso, un minuscolo lago salato completamente circondato da terra e scogli. “Arriveranno da lì”, ha risposto T indicando un'apertura scavata nella parete di roccia di fronte a noi. E infatti eccoli lì spuntare dalla grotta, stretto corridoio che collega il porto di Dwejra al mare aperto. Elettrizzante passarci in mezzo, come ho potuto apprezzare quando siamo tornati in barca e il tender lo abbiamo preso noi, ritrovandoci circondati da pareti di roccia, il mare borbottante sotto i nostri piedi per effetto della risacca, nello spazio sufficiente per una piccola barca, e anche gli snelli luzzu passano a fatica.
“Piccolo” non è l’aggettivo adatto per descrivere il villaggio di Dwejra, visto che “minuscolo” riassume meglio le poche rimesse di barche, il baretto locale, le due o tre case scrostate e la solitaria torre d’avvistamento secentesca in cima al promontorio. Nonostante la piccola taglia, il villaggio è piuttosto conosciuto per via di una delle scogliere più spettacolari che abbia mai visto: il Blue Hole e l’Azure Window. Il primo, la buca blu, è una piscina naturale di forma circolare che riceve la sua acqua blu cristallina dal mare aperto, da cui è collegata attraverso un’apertura sottomarina nel muro di roccia che la chiude. Non a caso, è una delle mete più popolari tra i vari diving centre locali, ma anche se non siete dei sub, potete comunque divertirvi a fare snorkeling. Non rimarrete delusi.
A dominare il Blue Hole, l’Azure Window è un arco di roccia calcarea formatosi per il crollo di due grotte sommerse che hanno letteralmente aperto questa spettacolare finestra sull’azzurro del cielo e del mare. Purtroppo, il fenomeno di erosione è tuttora in corso e l’arco, che è stato usato in diverse riprese cinematografiche e televisive, si sta lentamente disintegrando.
Dwejra Harbour |
Dwejra Harbour |
Blue Hole and Azure Window |
Blue Lagoon, Comino
Don’t get misunderstood by its name. Brooke Shields’ major success has nothing to do with this transparent, cyan water lagoon lying between Comino and the adjacent islet of Cominotto, only surrounded by rough, ochre land, low caper and Mediterranean scrub bushes dotting it hither and thither. At the top of Comino, the old Aragonese tower of St. Mary overlooks the sea, an early warning system to protect Malta from invasions, marauders’ and pirates’ back in 15th century, tourists hordes’ in the 21st.
The Blue Lagoon is literally assaulted by hundreds of people packing the miniscule strip of white sand and the surrounding cliffs, landing from big commercial boats and private yachts. The almost inevitable drawbacks of a natural paradise. We endured parties with music so loud you wondered how the rocks wouldn’t crack and witnessed the bustle of motor and sailing boats mooring for a plunge. But then, walking away and heading towards St. Mary’s Tower, it was silent again and the view… breathtaking.
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Blue Lagoon, Comino
Non fatevi ingannare dal nome. La “Laguna Blu” di Brooke Shields non c’entra nulla con questa laguna di acqua azzurra e cristallina tra Comino e l’adiacente isolotto di Cominotto, circondata soltanto da terra ruvida e aspra color ocra, punteggiata da bassi cespugli di capperi e macchia mediterranea. In cima a Comino, la torre di Santa Maria domina il mare, vecchia torre d’avvistamento voluta dagli Aragonesi per proteggere l’isola principale dalle invasioni di saraceni e pirati nel Quattrocento, dalle orde di turisti nel XXI secolo.
La Blue Lagoon, in effetti, è letteralmente presa d’assalto da centinaia di persone che affollano la minuscola striscia di sabbia bianca e gli scogli circostanti, sbarcando dalle grandi imbarcazioni turistiche e dai più piccoli yacht privati. Anche i paradisi naturali hanno inevitabili lati negativi. E c’sì ci siamo subiti equipaggi in festa che sparavano una musica talmente alta da far franare le scogliere, e ci siamo guardati l’andirivieni continuo di barche a vela e a motore che gettavano l’ancora per il tempo di un tuffo. Ma poi, allontanandoci a piedi dalla spiaggetta di Comino, e risalendo verso la torre di Santa Maria, ecco di nuovo silenzio a far da colonna sonora a una vista mozzafiato.
Cominotto and Blue Lagoon |
St. Mary's Tower, Comino |
Tower Bay, Comino
We were supposed to go there for our last sailing night, a tiny, narrow bay surrounded by high rock walls, overlooked by St. Mary’s Tower right above, thus the name. Unfortunately, the backwash didn’t allow to anchor there and we couldn’t stop. Too bad, we would have enjoyed a moonlight bath there. We could still see the bay from the top of the island, on our way to the tower. Definitely, when I think to the sea, I think to places like this one!
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Tower Bay, Comino
Il programma era quello di andare a passare lì l’ultima note in rada prima di tornare a Vittoriosa, fermarsi a dormire in questa caletta circondata da alte pareti di roccia e dominata dalla Torre di Santa Maria appena sopra, da cui il nome. Purtroppo, la risacca non ci ha permesso di gettare l’ancora e di conseguenza non ci siamo potuti fermare. Peccato, scommetto che il bagno di mezzanotte lì sarebbe stato un’esperienza spettacolare. Però abbiamo potuto vedere la caletta dall’alto dell’isola, camminando verso la torre. Decisamente, quando penso al mare queste sono le immagini che mi vengono in mente!
And finally… save the date for next week. Helpful information and tips for a holiday to Malta are yet to come!
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E infine… vi do appuntamento a settimana prossima. Dritte, suggerimenti e informazioni utili per organizzare la vostra vacanza a Malta sono in arrivo!
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