Last
Thursday I finally stepped into the Royal Opera House for the first time. On
stage: Giselle.
That's
funny. I spent 34 years of my life in Milan and
I've been to Teatro alla Scala only once, whilst I've been here for less than
five months and I've already attended a Covent Garden
ballet. And I'm going again in a couple of months, when maybe there won't be
downpours or TFL strikes. This time, they were. And we happily made our way
from Paddington station to the theatre by foot. I would have never missed the
performance. And once there, I know I would have never missed the theatre
itself.
*
Giovedì scorso sono finalmente entrata alla Royal OperaHouse per la prima volta. In
scena: Giselle.
È curioso. Ho
passato 34 anni della mia vita a Milano e sono stata alla Scala solo una volta,
mentre sono qui da meno di cinque mesi e ho già visto un balletto a Covent
Garden. E ci tornerò nel giro di un paio di mesi, quando magari non ci saranno
né il diluvio, né lo sciopero delle metropolitane che ci hanno omaggiato settimana
scorsa. Da Paddington station fino al teatro l'abbiamo fatta a piedi ed è stata
una bella, lunga passeggiata. Ma per nulla al mondo mi sarei persa uno
spettacolo che attendevo da tanto. E una volta lì, ho capito che sarebbe stato
imperdonabile anche solo non vedere il teatro.
No surprise
there are people taking plenty of picture. I regret not having my reflex with
me. At least I have my smartphone.
*
A differenza della Scala, la facciata dell'edificio non
cattura così tanto l'attenzione. Mentre la Scala letteralmente domina l'omonima
piazza, la Royal Opera House si trova in una strada stretta in cui è difficile
catturare con un solo sguardo l'imponente entrata marmorea nella sua interezza.
Una volta dentro, però, ci si rende conto di quanto sia grande e magnifico, da
lasciare senza fiato. Il foyer è affollato Le maschere in eleganti completi
indirizzano gli spettatori verso il corridoio o la scala giusta. Noi saliamo, i
nostri posti sono nel loggione, e raggiungiamo così la grande sala del
ristorante. Deve avere un soffitto alto almeno 10 metri, completamente
rivestita di specchi. E proprio in alto, su su, vicino alla enorme volta, una
grande vetrata regala alle persone nel bar una splendida vista.
Non c'è da sorprendersi se moltissime persone si fermano a
fare fotografie. Rimpiango di non avere con me la reflex. Almeno ho lo smartphone.
And
eventually the ballet begins. There's something magic about dance, and above
all about ballet. Something that other striking shows don't quite have. I mean,
I've seen on stage Cirque du Soleil and Tap Dogs and they're amazing. They do
extraordinary performances. But watching them I'm perfectly aware that I will
never be able to replicate any of those movements. Any of those stunt or those
double-quick tap steps. I can detect the work behind all that. Though well hidden, I can get the superhuman effort.
Whilst watching Lauren Cuthbertson dancing, her pirouettes
and écartés and jetés, her port de bras, her grace, they all seem easy done.
I don't see the exertion, I hardly can even imagine it . I feel like I could do that, at least for the
running time of the performance. Of course I know I can't do the same. Bu, t while the dancers are on stage, looking so naturalI forget that. And when the orchestra stops and the curtains
are finally down, I'm only keen on being back on a parquet floor, switch the
music on and... just dance.
*
E alla fine si apre il sipario. C'è qualcosa di magico nella
danza, nella danza classica soprattutto. Qualcosa che in altri spettacoli di
maggior impatto faccio più fatica a trovare. Voglio dire. Ho visto esibirsi il Cirque du Soleil e i Tap Dogs e sono incredibili performer. Fanno numeri
straordinari. Ma mentre li guardo sono perfettamente consapevole che io non
sarò mai in grado di replicare nessuno dei loro movimenti. Nessuna delle loro
acrobazie o di quei velocissimi movimenti di claquette. Perché riesco a percepire il lavoro che c'è dietro. A intuire, ancorché ben nascosto, lo sforzo sovrumano.
Mentre guardando danzare Lauren Cuthbertson, le sue
pirouette, i suoi écarté e jeté e port de bras, la sua grazia, sembra tutto
così facile. Non noto la fatica ma sento quasi che potrei ripetere quei
movimenti anche io, almeno finché dura la magia dello spettacolo. Naturalmente so che non è
così. So che non sono in grado di fare lo stesso. Ma me ne dimentico quando i
ballerini sono su quel palco e sembrano così naturali. E quando alla fine l'orchestra si ferma e il
sipario cala, ho solo voglia di una cosa: trovarmi su un parquet, far partire
la musica e... semplicemente ballare.
Photo credit: Royal Opera House |
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